Tassazione delle criptovalute

La tassazione sulle criptoattività, secondo la versione finale della manovvra di Bilancio, resta al 26%, così come per gli altri redditi diversi di natura finanziaria. Dietro front quindi sul tentativo di discriminare gli investimenti effettuati da persone fisiche in questi asset che sarebbe stato difficilmente giustificabile, soprattutto avuto riguardo di altri strumenti con sottostante criptoattività, come gli Etf, che sarebbero stati fuori dalla stretta, andando così a individuare una tassazione differente a fronte di una medesima tipologia di investimento.

Un’altra discriminazione avrebbe riguardato le criptoattività detenute da società, che nella penultima formulazione avrebbero mantenuto l’ordinaria aliquota Ires del 24 per cento.

Nella proposta del Governo l’aumento di aliquota invero ci sarà, ma dal 2026 e al 33%, non più al 42 per cento.

Verrà tuttavia concessa la possibilità di rivalutare il costo di acquisto delle criptoattività detenute al 1° gennaio 2025 pagando una imposta sostitutiva del 18 per cento. Se quindi, da un lato, con l’aumento al 33% dal 2026 si riproporranno le considerazioni circa la discriminazione degli investimenti in criptoattività, dall’altro lato la possibilità di rivalutare il costo di acquisto, vista la corsa dei valori degli ultimi mesi, si presenta particolarmente conveniente.

Viene rimossa l’attuale soglia di esenzione per le plusvalenze fino a 2mila euro, quindi le imposte si pagheranno anche sotto tale importo. 

 

Tassazione delle criptovalute ultima modifica: 2024-12-29T06:07:00+01:00 da Dott. Gaetano Pappalardo

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