Societa’: cinque anni per ripianare le perdite

Il termine entro il quale la perdita (che diminuisce il capitale sociale per oltre 1/3, la quale non intacchi la soglia minima del capitale sociale) deve risultare ridotta a meno di 1/3, «è posticipato al quinto anno successivo» rispetto a quello nel quale la perdita è “emersa”;
«l’assemblea che approva il bilancio di tale esercizio» (cioè il quinto esercizio dopo a quello in cui la perdita è “emersa”) «deve ridurre il capitale in proporzione delle perdite accertate».
Pertanto, ad esempio, per la perdita “emersa” (e cioè maturata) nel 2020 (la quale, a regime, beneficerebbe dell’anno di grazia 2021 e dovrebbe essere ripianata nell’assemblea di bilancio da calendarizzare nel 2022) sono disposti cinque anni di grazia (dal 2021 al 2025) e l’obbligo del suo ripianamento si avrà con l’assemblea di bilancio in programma nel 2026.
Lo stesso ragionamento deve essere ripetuto per le perdite che riducano il capitale per oltre 1/3 e che lo diminuiscano sotto il minimo: anche della loro ricapitalizzazione se ne parlerà nel 2026.
La nuova norma non prende invece in esame le perdite che maturino dopo il 31 dicembre 2021.

La possibilità di differire la riduzione del capitale sociale per le perdite d’esercizio conseguite nell’anno 2020 nei cinque anni successivi, Se da un lato mette al riparo le aziende dal prendere provvedimenti immediati (non ultima la messa in liquidazione), dall’altro pone diversi interrogativi su come la novità introdotta dall’articolo 1 comma 266 della legge di Bilancio 2021 (la 178/2020) si concili con l’entrata in vigore del Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza che scatterà il primo settembre 2020.

Se non ci saranno ulteriori rinvii (la scadenza originaria era il 15 agosto 2020) a settembre diventeranno infatti operative le nuove procedure di allerta che in caso di patrimonio netto negativo possono innescare l’obbligo di segnalazione all’Ocri, il nuovo Organismo di composizione assistita della crisi previsto dal Codice della crisi.

In estrema sintesi , si tratta di un sistema che va applicato sulla base di una precisa sequenza gerarchica progressiva in cui il superamento del valore soglia del primo indice, patrimonio netto (Capitale sociale più Riserve) negativo, rende ipotizzabile la presenza della crisi.
Lo stato di crisi mette quindi in moto la procedura di segnalazione che può arrivare all’Ocri, nel caso in cui i provvedimenti adottati dalla governance siano considerati inadeguati.
È evidente quindi che a seguito della pandemia molte società potrebbero vedersi eroso totalmente il proprio patrimonio netto dovute alle perdite d’esercizio del 2020 e ricorrere, in sede di approvazione del bilancio, al rinvio di tali perdite per non dover intervenire nell’immediato, potendo posticipare, come visto, al maggior termine dei cinque anni.

Societa’: cinque anni per ripianare le perdite ultima modifica: 2021-02-02T06:12:58+01:00 da Dott. Gaetano Pappalardo

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