I limiti per la nomina del collegio sindacale o dei revisori, previsti dal Codice della crisi d’impresa, potrebbero essere ritoccati al rialzo. Affinchè scatti l’obbligo di nomina, un emendamento al decreto Crescita prevede l’aumento da 2 a 6 milioni di euro dell’attivo patrimoniale, da 2 a 12 milioni di euro del totale dei ricavi delle vendite e delle prestazioni e da 10 a 50 unità del numero dei dipendenti occupati in media nell’esercizio. L’intervento ha il pregio di ridurre i costi per le società, ma potrebbe comportare un indebolimento del meccanismo di allerta che il Codice della crisi d’impresa ha introdotto per individuare con più celerità i primi indizi di crisi. Alzare oltremisura i parametri di attivo, dei ricavi e dei dipendenti oltre i quali scatta l’obbligo di ricorrere ai controlli interni porterebbe ad uno svuotamento, di fatto, della previsione più innovativa della riforma della crisi d’impresa, quale l’introduzione delle misure di allerta. Secondo il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti la soluzione più equilibrata dovrebbe essere innalzare la soglia dell’attivo patrimoniale a 4 milioni di euro; il totale dei ricavi a 4 milioni di euro e il numero dei dipendenti a 20.
REVISORI E SINDACI: LIMITI DI NOMINA PIU’ AMPI
REVISORI E SINDACI: LIMITI DI NOMINA PIU’ AMPI ultima modifica: 2019-05-24T06:16:05+02:00 da