Il decreto Crescita contiene numerose novità di rilevanza fiscale. Alle misure tributarie originariamente previste dal D.L. n. 34/2019 molte altre se ne sono aggiunte nel corso dell’iter di conversione in legge. Tra queste anche le disposizioni contenute nel progetto di legge sulle semplificazioni fiscali, che è stato sostanzialmente inglobato nel decreto Crescita: dallo slittamento dei termini per presentare le dichiarazioni dei redditi e le dichiarazioni IMU/TASI, alla proroga – al 30 settembre 2019 – per i versamenti dei soggetti ISA, fino alla riapertura della rottamazione ter e del saldo e stralcio.
Inoltre, contiene misure in materia di lavoro e previdenza. Accanto a norme che incentivano, con sconti contributivi per i datori di lavoro, l’inserimento occupazionale dei giovani diplomati, vengono estese e semplificate l’agevolazione fiscale per i lavoratori impatriati e il regime della flat tax per chi accede alla pensione. Il decreto, inoltre, rende strutturali le nuove tariffe INAIL e si provvede alla copertura del bonus occupazione Sud per i primi quattro mesi del 2019. Introdotto il contratto di espansione per le imprese con più di 1000 dipendenti.
Sono numerose le misure di incentivazione e novità normative per le imprese. Tra le principali disposizioni in materia di agevolazioni, si rileva la reintroduzione del super ammortamento e le modifiche alla disciplina del patent box, della Sabatini quater e della misura “nuove imprese a tasso zero”. Istituiti, inoltre, nuovi strumenti di sostegno e diversi crediti d’imposta, tra cui uno a favore delle PMI per la partecipazione a manifestazioni fieristiche internazionali. Per quanto riguarda le disposizioni per le imprese, anche la proroga fino al 30 giugno 2020 del termine per l’adeguamento degli statuti delle bande musicali, delle ONLUS, delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale e delle imprese sociali.
Anche gli scambi di beni con la Repubblica di San Marino saranno soggetti all’obbligo di fatturazione elettronica, mantenendo gli attuali esoneri previsti da specifiche disposizioni, in vigore dal 2019. La misura, contenuta nel decreto Crescita, persegue un intento più ampio, reso possibile dalla nuova modalità di emissione delle fatture, che è quello di semplificare – con regole ancora da stabilire – le procedure di fatturazione definite dal D.M. 24 dicembre 1993, attualmente basate su un complesso sistema di scambio delle fatture tra operatori e Uffici.
La rottamazione dei ruoli si arricchisce di un nuovo tassello: questa volta, infatti, tocca alla pendenze non solo tributarie che si hanno nei confronti di regioni, province, città metropolitane e comuni. I debiti derivanti da ingiunzioni notificate dal 2000 al 2017 potranno essere saldati con modalità agevolate, che consistono nella esclusione delle sanzioni. E’ quanto prevede una norma del decreto Crescita.
Dopo le novità sul regime forfetario dettate dalla legge di Bilancio 2019, il decreto Crescita interviene a “sanare” una situazione di forte incertezza emersa tra i contribuenti: i forfetari devono operare le ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e sui redditi assimilati corrisposti. Occorre prestare particolare attenzione, però: la norma ha efficacia retroattiva e, quindi, le ritenute sulle retribuzioni corrisposte nei primi tre mesi dell’anno 2019 saranno trattenute in modo frazionato in tre rate mensili, di pari importo, a partire dal terzo mese successivo a quello di entrata in vigore delle nuove regole.
Viene riproposto il bonus aggregazioni, introdotto per la prima volta con la Finanziaria 2007, per le operazioni straordinarie realizzate entro il 31 dicembre 2022. L’agevolazione, in deroga al principio di neutralità fiscale, consente di beneficiare dell’affrancamento gratuito, ai fini IRES e IRAP, del maggior valore attribuito all’avviamento e ai beni strumentali per effetto dell’imputazione su tali poste di bilancio del disavanzo da concambio emergente nelle operazioni di fusione scissione e conferimento. Il beneficio fiscale è riconosciuto su affrancamento di ammontare complessivo non superiore a 5 milioni di euro.
Nonostante venga definita come “estensione della definizione agevolata delle entrate regionali e degli enti locali”, quella introdotta dal decreto Crescita è una vera e propria rottamazione quater delle ingiunzioni fiscali emesse dagli enti territoriali e dai concessionari privati della riscossione. La nuova rottamazione ha regole ben delineate. In primo luogo, riguarda le sole ingiunzioni fiscali notificate negli anni dal 2000 al 2017: non è possibile, quindi, estendere la definizione agevolata a ruoli e cartelle. Inoltre, sono sanabili solo le sanzioni: non possono, pertanto, essere oggetto di agevolazione gli interessi per ritardato o omesso versamento. Gli enti locali, infine, non possono decidere di escludere solo una parte delle sanzioni.
Grazie al decreto Crescita vengono rafforzate le misure fiscali a favore dei lavoratori che trasferiscono la residenza in Italia, gli “impatriati”. In particolare, sportivi ed artisti potranno beneficiare della detassazione IRPEF, a seconda dei casi e delle circostanze, che potrà variare da un minimo del 50 ad un massimo del 90% dei redditi percepiti nel corso dell’attività di lavoro subordinato o autonomo. Tra i potenziali beneficiari possono rientrare i calciatori per la quota del compenso percepito dai clubs, con riguardo alla prestazione sportiva esclusiva, e gli allenatori stranieri che si qualificano anch’essi come “sportivi professionisti”.
Sono importanti le modifiche al regime degli impatriati, intervenendo sulla misura della percentuale di esenzione per il reddito di lavoro dipendente prodotto in Italia (innalzata al 70%) e sui requisiti per l’applicazione del regime IRPEF agevolato. Sotto quest’ultimo profilo, mentre in passato l’accesso all’agevolazione fiscale era precluso ai soggetti non iscritti all’AIRE, l’Anagrafe della popolazione residente, la nuova normativa registra un cambio di rotta. Si prevede, infatti, la possibilità di beneficiare dell’agevolazione anche in assenza di tale requisito formale, purché i lavoratori siano fiscalmente residenti all’estero ai sensi della Convenzione contro le doppie imposizioni.
C’è tempo fino al 31 luglio 2019 per fare pace col Fisco per mezzo della rottamazione ter e del saldo e stralcio. È quanto previsto dall’emendamento approvato dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera al decreto Crescita, che dovrebbe essere convertito in legge entro la fine del mese di giugno. I contribuenti, che non hanno fatto in tempo ad aderire agli istituti agevolativi entro il 30 aprile scorso, possono quindi farlo entro la fine del mese di luglio mediante la presentazione di apposita istanza e il versamento in un’unica soluzione delle somme dovute oppure optando per il pagamento con un massimo di 17 rate consecutive.
Con decorrenza dal 1° luglio 2019 – decorre l’ obbligo di invio telematico dei dati dei corrispettivi giornalieri da parte dei contribuenti con volume d’affari superiore ai 400.000 euro e per il primo semestre di vigenza dell’obbligo stesso non viene sanzionato l’invio dei dati entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, fermi restando i termini di liquidazione dell’IVA.
Il decreto Crescita ha previsto l’estensione del regime di agevolazione fiscale degli impatriati anche in assenza di particolari qualifiche o specializzazioni, innalzando la quota di reddito esente dal 50% al 70% e, in taluni casi, al 90%. Un emendamento riduce, però, il maxi-sconto per i redditi “impatriati” derivanti da ingaggi sportivi professionistici che, senza più differenziazioni geografiche sul territorio nazionale, verranno esentati dalla formazione del reddito complessivo solamente per il 50% del loro ammontare. Si prevede anche un contributo – pari allo 0,5% della base imponibile – che andrà a finanziare il potenziamento dei settori giovanili.
Per gli ISA 2019 è arrivata la proroga lunga al 30 settembre 2019 (e senza la maggiorazione dello 0,40 per cento). Sono interessati alla nuova proroga tutti i contribuenti nei cui confronti trovano applicazione i nuovi ISA 2019. La nuova scadenza riguarda tutti i tributi collegati alla dichiarazione dei redditi: IRPEF, IRES, IRAP, ma l’IVA dovuta a saldo del 2018. La proroga è ampia in quanto non interesserà esclusivamente i contribuenti che decideranno di adeguarsi ai nuovi ISA.
Con effetto dagli avvisi di accertamento emessi dal 1° luglio 2020, entrerà in vigore la norma del decreto Crescita che statuisce la (paradossale) previsione di un contraddittorio doveroso, ma non obbligatorio per quasi tutti gli accertamenti: non per gli accertamenti che derivano da verifiche esterne, né per gli accertamenti “a tavolino” innescati da un questionario o dalla richiesta di documenti, né per ogni altro tipo di accertamento parziale. E se anche venisse omesso un invito preventivo, incomberà sul contribuente l’onere di provare in contenzioso che egli avrebbe vinto una partita mai giocata per esclusiva responsabilità dell’Agenzia delle Entrate. Così conferendo una sorta di presunzione di legittimità, fino a prova contraria, anche ad atti del Fisco viziati dall’omissione del contraddittorio preventivo.