Fringe benefit: alzare il limite di esenzione

Più spazio e diverse novità per il welfare aziendale con la riforma fiscale. Questo emerge dal ddl di delega approvato in via definitiva dalla Camera con cui sono dettati i principi e i criteri direttivi per la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche. In questo scenario ampio spazio è riservato alla revisione e alla semplificazione delle disposizioni sulle somme e sui valori esclusi dalla formazione del reddito di lavoro dipendente e assimilati. Il riferimento è alle norme che oggi disegnano il quadro più ampio del welfare aziendale che ha assunto una graduale centralità nel corso del tempo e che, con il mutare dei tempi e dei bisogni dei lavoratori e delle proprie famiglie, necessita di un restyling.

Il ddl fissa alcune priorità con riguardo ai limiti di non concorrenza al reddito previsti per l’assegnazione dei compensi in natura, salvaguardando le finalità della mobilità sostenibile, dell’attuazione della previdenza complementare, dell’incremento dell’efficienza

energetica, dell’assistenza sanitaria, della solidarietà sociale e della contribuzione agli enti bilaterali. A ben vedere, si tratta di obiettivi che consentono non solo di valorizzare i piani di welfare, ma anche di superare sul piano operativo alcune incertezze interpretative della norma fiscale.

Spetterà, dunque, ai decreti delegati attuare questi obiettivi a partire dalla revisione dell’esenzione dei beni e servizi (fringe benefit) assegnati dal datore di lavoro ai propri dipendenti. Una misura usata negli ultimi anni per il sostegno ai lavoratori dipendenti e la cui soglia, ferma da troppo tempo a 258,23 euro, è stata negli ultimi due anni portata a 3mila euro (per il 2023 limitata ai soli dipendenti con figli a carico), includendo anche il rimborso delle bollette delle utenze domestiche come forma di adobestock . Per il 2023 la soglia fringe benefit è a 3mila euro con figli a carico. 

Più spazio e diverse novità per il welfare aziendale con la riforma fiscale. Questo emerge dal ddl di delega approvato in via definitiva dalla Camera con cui sono dettati i principi e i criteri direttivi per la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche.

In questo scenario ampio spazio è riservato alla revisione e alla semplificazione delle disposizioni sulle somme e sui valori esclusi dalla formazione del reddito di lavoro dipendente e assimilati. Il riferimento è alle norme che oggi disegnano il quadro più ampio del welfare aziendale che ha assunto una graduale centralità nel corso del tempo e che, con il mutare dei tempi e dei bisogni dei lavoratori e delle proprie famiglie, necessita di un restyling.

Il ddl fissa alcune priorità con riguardo ai limiti di non concorrenza al reddito previsti per l’assegnazione dei compensi in natura, salvaguardando le finalità della mobilità sostenibile, dell’attuazione della previdenza complementare, dell’incremento dell’efficienza energetica, dell’assistenza sanitaria, della solidarietà sociale e della contribuzione agli enti bilaterali. A ben vedere, si tratta di obiettivi che consentono non solo di valorizzare i piani di welfare, ma anche di superare sul piano operativo alcune incertezze interpretative della norma fiscale.

Spetterà, dunque, ai decreti delegati attuare questi obiettivi a partire dalla revisione dell’esenzione dei beni e servizi (fringe benefit) assegnati dal datore di lavoro ai propri dipendenti. Una misura usata negli ultimi anni per il sostegno ai lavoratori dipendenti e la cui soglia, ferma da troppo tempo a 258,23 euro, è stata negli ultimi due anni portata a 3mila euro (per il 2023 limitata ai soli dipendenti con figli a carico), includendo anche il rimborso delle bollette delle utenze domestiche come forma di contrasto al caro energia. La riforma fiscale potrebbe, quindi, essere l’occasione per innalzare stabilmente il limite di esenzione da parametrare al costo della vita per valorizzare i bisogni primari dei lavoratori.

Da aggiornare sicuramente è la mobilità sostenibile, dato che le forme di mobilità nel welfare sono ancora legate alle “navette aziendali” o al rimborso dei soli abbonamenti al trasporto pubblico. Il ddl potrebbe, dunque, favorire la fruizione in esenzione d’imposta di servizi alternativi di mobilità nella vita quotidiana dei lavoratori (car sharing, car pooling), anche con l’adozione di appositi piani di welfare.

Altri temi rilevanti sono la possibilità di ampliare e rivedere le disposizioni in tema di sanità e previdenza complementare ammesse al regime di esenzione fiscale entro determinate soglie.

Fringe benefit: alzare il limite di esenzione ultima modifica: 2023-08-16T10:50:31+02:00 da Dott. Gaetano Pappalardo

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