Decreto correttivo al concordato preventivo: arriva la flat tax

 

Nel corso del Consiglio dei Ministri del 26 luglio è stato approvato in via definitiva il decreto correttivo in materia di adempimento collaborativo, concordato e scadenze fiscali, e l’avvio di una nuova forma di tassazione piatta è indubbiamente una delle novità di maggior rilievo.

Tre le aliquote di tassazione previste per le partite IVA che aderiranno alla flat tax: si va dal 10% al 15%, sulla base del livello di affidabilità fiscale. Regole di maggior favore arrivano inoltre per i forfettari.

Le conferme sono arrivate il 5 agosto scorso, con la pubblicazione del testo del decreto correttivo in Gazzetta Ufficiale.

Si applicherà sul reddito incrementale proposto dal Fisco, e accettato dal contribuente, la flat tax a tre binari introdotta per le partite IVA che applicano gli ISA. Una novità che cambia le regole per il calcolo degli acconti e che dal punto di vista pratico impatterà sulla scadenza del secondo acconto di novembre.

Chi sceglierà di aderire al concordato preventivo biennale potrà quindi beneficiare di regole di maggior favore sul fronte della determinazione delle imposte aggiuntive dovute sul differenziale tra il reddito dichiarato nel 2023 e il reddito concordato per il biennio 2024-2025.

Sul concordato preventivo biennale “viene introdotta un’imposta sostitutiva (flat tax) sul maggior reddito concordato con aliquote variabili dal 10 al 15 per cento in relazione al punteggio Isa”.

l’introduzione di una tassazione opzionale e’ applicabile alla differenza tra il reddito 2023 e quanto stimato per i periodi di imposta oggetto di concordato, con aliquote inferiori a quelle ordinarie, che oscillano dal 10%, al 12%, al 15% in base all’affidabilità fiscale del singolo contribuente.

Facendo un esempio, posto 100 il reddito 2023, e posti 120 e 150 i redditi proposti ed accettati per 2024 e 2025, la parte di reddito sulla quale optare per la imposizione sostitutiva sarà rispettivamente di 20 e 50.

Tali maggiori importo sconteranno una tassazione che potrebbe essere la seguente:

  • il 10%, per i contribuenti con punteggio ISA da 8 a 10;
  • il 12%, per i contribuenti con punteggio ISA da 6 a 7;
  • il 15%, per i contribuenti con punteggio inferiore a 6.

L’intento del Governo, che ha recepito una delle indicazioni formulate dai rappresentanti del mondo professionale e imprenditoriale nel corso delle audizioni sullo schema di correttivo, è di premiare maggiormente le partite IVA che già ad oggi, e quindi a prescindere dall’adesione al concordato, sono già considerate fiscalmente affidabili sulla base degli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale.

Ma, ancor di più, con la flat tax viene messa sul tavolo l’ultima carta disponibile per rendere più vantaggioso il concordato preventivo biennale, ritenuto da molti tutt’altro che conveniente.

Una novità che aumenta la convenienza del concordato per le partite IVA minori, per le quali il patto con il Fisco prende il via in forma sperimentale, e quindi per una sola annualità, consentendo di arrivare alla fine di ottobre – e quindi alla scadenza per l’adesione – con un quadro ormai quasi cristallizzato dell’andamento della propria attività.

Se già di base quindi per i forfettari è più fluida la valutazione di pro e contro del concordato, con la flat tax gli aspetti positivi vengono di fatto massimizzati.

 

Decreto correttivo al concordato preventivo: arriva la flat tax ultima modifica: 2024-08-14T06:11:00+02:00 da Dott. Gaetano Pappalardo

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