Dopo il fallimento del precedente Governo, si riparte con il processo di riforma fiscale.
Infatti, se le tempistiche di cui si parla saranno rispettate, prima dell’estate la legge delega dovrebbe essere approvata dal Parlamento per poi essere attuata nell’arco di 24 mesi.
Il condizionale è d’obbligo, considerato come sono naufragati, sino ad oggi, tutti i tentativi di riformare il nostro sistema fiscale.
Però, è anche vero che, quello della riforma fiscale, è uno degli obiettivi previsti dal PNRR.
E, mai come ora, è necessario portare a termine un processo riformatore che ci possa allineare con gli altri paesi europei, non solo per ciò che concerne il recupero del c.d. “tax gap” ovvero dell’evasione che, in Italia, è a livelli altissimi.
Ma anche per semplificare le norme fiscali che, per la loro complessità, spesso cozzano con il principio della certezza del diritto, con le conseguenze, in termini di conflittualità, che sono, giornalmente, sotto gli occhi di tutti.
Nella speranza che questa sia la volta buona per svecchiare e semplificare un sistema fiscale che ormai dimostra tutti i segni dell’età, proviamo a riassumere, in 10 punti, i principi e gli ambiti su cui si interverrà, tenendo conto che, quanto riportato di seguito, si basa sulle prime indicazioni che iniziano a circolare.
1. Principi generali e tempistica
Partiamo dal delineare i principi e la tempistica che si intende seguire per arrivare alla completa riforma del sistema fiscale italiano.
Sulla tempistica, infatti, si gioca gran parte della partita, perché, fissare una tabella di marcia certa vuol dire avere qualche probabilità di portare a termine la riforma, nell’arco della legislatura.
I possibili tempi della delega dovrebbero essere:
1) varo del disegno di legge delega: marzo 2023;
2) approdo in Parlamento e approvazione: maggio 2023;
3) adozione dei decreti delegati: entro 24 mesi.
Nella speranza che tali tempistiche vengano davvero rispettate, passando ai principi su cui si baserà la riforma, occorre distinguere tra quelli nazionali e quelli internazionali che, comunque, convergono entrambi verso un unico obiettivo: dare una maggiore certezza del diritto.
Per quanto riguarda i primi, uno dei principi è quello di stimolare la crescita attraverso una migliore efficienza della struttura delle imposte e, al contempo, di ridurre il carico fiscale.
Non mancano, comunque, i “cavalli di battaglia” di cui tanto si è parlato negli ultimi anni ma poco si è concretamente fatto.
Ci si riferisce all’intento di:
1) semplificare gli adempimenti dichiarativi;
2) razionalizzare il sistema tributario emanando norme qualitativamente migliori anche mediante la raccolta in testi unici e codici, sfruttando in modo efficiente le banche dati e eliminando i micro-tributi;
3) prevedere nuove misure per contrastare l’evasione e l’elusione fiscale.
Per quel che riguarda, invece, i principi di derivazione internazionale, si punta su:
1) un migliore adeguamento del sistema tributario nazionale a quello UE e internazionale;
2) la revisione della disciplina della residenza fiscale sia delle persone fisiche che giuridiche;
3) gli incentivi per i nuovi investimenti con capitali esteri.
2. Statuto dei diritti dei contribuenti
Il punto di partenza, secondo il disegno di riforma, è quello di rendere lo Statuto dei diritti del contribuente una legge generale tributaria.
Come è ben noto, lo Statuto contiene alcuni principi fondamentali quali la chiarezza delle norme tributarie e degli atti e la tutela dell’affidamento e della buona fede per i contribuenti, giusto per citarne alcuni.
Ebbene, seppure contenuto in una legge dello Stato(Legge n. 212/2000), esso viene continuamente disatteso.
Nella delega, pertanto, si vuole intervenire:
1) rafforzando l’obbligo di motivazione degli atti impositivi e valorizzando il principio del legittimo affidamento del contribuente;
2) razionalizzando la disciplina degli interpelli e potenziando l’istituto dell’autotutela;
3) introducendo una disciplina generale delle invalidità degli atti impositivi e del contenzioso.
3. IRPEF
La riforma della tassazione delle persone fisiche è uno dei capitoli più importanti della delega.
L’intento è quello di confermare il principio costituzionale di progressività puntando a:
– ridurre la pressione fiscale (si parla di 3 scaglioni e aliquote più basse) nel breve periodo e puntare alla flat tax per tutti nell’arco della Legislatura;
– revisionare le oltre 600 tax expenditures (lavoro già iniziato da alcuni anni e, fino ad oggi, mai portato a termine);
– equiparare la no tax area per i dipendenti e i pensionati: infatti, oggi, mentre i primi hanno una no tax area fissata a 8.174 euro, per i secondi è a 8.500 euro.
A dire il vero, già un timido accenno di riforma si è avuta con la Legge di bilancio 2022, ma, quello che si prospetta con la legge delega, va ben al di là di ogni aspettativa.
Infatti, l’obiettivo è quello di rivedere tutte e 6 le categorie di reddito attualmente soggette ad IRPEF.
Volendo dare qualche cenno di ciò che dovrebbe cambiare, va detto che:
– per i redditi agrari, si vuole estendere la tassazione catastale sulle attività di coltivazione catastale innovativa quali le vertical farm o le micro propagazione;
– sembra tramontata, almeno per ora, qualsiasi idea di riforma del catasto, anche se, si punta ad aggiornare annualmente le qualità e le classi di colture;
– per i redditi dei fabbricati, l’intento è quello di estendere la cedolare secca anche per gli immobili non abitativi (si ricorda che un tentativo, in tal senso, è stato già fatto nel 2019 con i fabbricati C/1).
Per i redditi di natura finanziaria, i principali punti su cui si basa la riforma sono:
– raggruppamento dei redditi di capitale e dei redditi diversi di natura finanziaria con tassazione per cassa;
– eliminazione della tassazione sul maturato e mantenimento del regime della dichiarazione o tramite intermediari (tassazione sul realizzato);
– agevolazioni su previdenza complementare e casse previdenziali.
I redditi da lavoro dipendente saranno interessati da una revisione dei fringe benefit, mentre per il lavoro autonomo, tra le altre cose, si punta a:
– eliminare, per gli immobili strumentali, le disparità di trattamento tra acquisto in proprietà e in leasing;
– ridurre le ritenute d’acconto sui redditi di lavoro autonomo per chi sostiene elevati costi per lavoratori dipendenti e collaboratori;
– riconoscere la neutralità fiscale per le operazioni di aggregazione e riorganizzazione degli studi professionali.
I redditi d’impresa saranno interessati da un nuovo regime opzionale di tassazione con aliquota allineata a quella dell’IRES, con tassazione IRPEF degli eventuali utili prelevati.
Non mancheranno, poi, gli incentivi fiscali per gli investimenti in ricerca e sviluppo e incremento dell’occupazione.
Per i redditi diversi, infine, l’idea è quella di rendere a regime la rivalutazione dei terreni e partecipazioni e di regolamentare le plusvalenze conseguite dai collezionisti di oggetti d’arte e da collezione.
4. IRES e IRAP
La tassazione delle società è interessata da una importante rivoluzione: con il debutto, dal 1° gennaio 2024 della “global minimum tax” ovvero dell’imposta globale minima per le multinazionali pari al 15%, per rendere più attrattivo il nostro sistema fiscale, si punta ad una nuova IRES a due aliquote.
In sintesi, si pensa di introdurre una aliquota ridotta rispetto a quella ordinaria del 24% per la quota di reddito destinata, nei due anni successivi, a investimenti qualificati e/o a nuova occupazione.
Il principio è “chi più assume ed investe, meno paga”.
A controbilanciare tale novità ci sarebbe la razionalizzazione ed eliminazione dei crediti d’imposta attualmente in vigore.
Altri interventi sull’IRES interesseranno:
– la revisione della deducibilità degli interessi passivi;
– il riordino del regime di compensazione delle perdite fiscali per tener conto dei recenti principi espressi dalla Corte di Giustizia UE.
In senso trasversale, sono previsti anche interventi:
– sulle norme fiscali della crisi d’impresa;
– sulle società di comodo (l’intento è quello di superare tale disciplina);
– sul ravvicinamento dei valori fiscali a quelli civilistici;
– sulla revisione dei costi parzialmente deducibili (i.e. autovetture);
– sul Terzo settore;
– sulla fiscalità di vantaggio.
Per l’IRAP, si intende proseguire nel percorso già iniziato di abolizione dell’imposta, dando priorità all’abolizione per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti e, al contempo, trasformandola in una sovra imposta IRES.
5. IVA e Altre imposte indirette
In campo IVA, accanto alla razionalizzazione delle aliquote e delle operazioni esenti, si punta a semplificare e velocizzare i rimborsi e a rivedere le detrazioni e la disciplina del gruppo IVA.
Nella delega sono previste novità anche per altre imposte indirette tra cui:
– estensione dell’autoliquidazione anche per l’imposta di registro e di successione;
– sostituzione delle imposte di bollo, ipotecarie e catastali, tributi speciali catastali e tasse ipotecarie con un unico tributo;
– semplificazioni nei pagamenti e negli adempimenti a carico dei contribuenti.
6. Disciplina doganale, accise e giochi
La disciplina doganale sarà semplificata e razionalizzata attraverso:
– l’armonizzazione con le regole UE;
– il completamento del processo di telematizzazione e il potenziamento dello “Sportello unico doganale e dei controlli”.
Per le accise, la delega prevede molte novità tra cui meritano di essere segnalate:
– la rimodulazione delle accise sui prodotti energetici e la revisione delle accise sul gas naturale e sull’energia elettrica (si punta alla tassazione sui quantitativi effettivamente ceduti e fatturati);
– l’introduzione di un sistema di qualificazione degli operatori basato sulla loro affidabilità;
– la revisione dell’imposta di consumo sui lubrificanti e sui bitumi di petrolio.
In materia di giochi, infine, dovrebbe essere confermato l’attuale regime basato sulle concessioni ma con un riordino delle reti di raccolta del gioco e con un occhio puntato alla tutela dei soggetti più vulnerabili.
7. Tributi locali
Federalismo regionale e nuovo sistema fiscale per gli enti locali: sono i due capisaldi su cui si fonda la riforma del sistema di tassazione dei tributi locali.
Per i tributi regionali, l’attuazione del federalismo fiscale avverrà attraverso:
– l’accelerazione del processo di autonomia finanziaria delle regioni a statuto ordinario con la compartecipazione al gettito IRPEF e al gettito IVA;
– la razionalizzazione dei tributi regionali.
Per Comuni, Province e Città Metropolitane, invece, si punta ad un nuovo sistema fiscale attraverso il riordino dei tributi locali, la semplificazione degli adempimenti e l’attribuzione del gettito IMU dei fabbricati di classe D ai Comuni.
8. Accertamento e rapporti Fisco-contribuenti
Il capitolo dedicato ai rapporti tra Fisco e contribuenti e, di converso, all’azione di controllo da parte dell’Amministrazione finanziaria è uno dei temi centrali della riforma.
L’obiettivo è quello di creare un nuovo rapporto Fisco-contribuenti attraverso una serie di azioni, tra cui:
– la razionalizzazione degli obblighi dichiarativi con una riduzione degli adempimenti e l’armonizzazione dei termini tributari, dichiarativi e di versamento;
– la sospensione nei mesi di agosto e dicembre dell’invio di comunicazioni, inviti e richieste di atti e documenti da parte dell’Amministrazione finanziaria.
In materia di accertamento, si punta alla tax compliance volontaria attraverso:
– l’istituzione del concordato biennale per i soggetti di minore dimensione;
– il rafforzamento della cooperative compliance per i soggetti più grandi.
9. Riscossione e contenzioso
Il settore della riscossione, come è noto, soffre, orami da anni, di un grosso problema legato ai 1.153 miliardi di euro di debiti giacenti nel “magazzino” del Fisco, pari a 174 milioni di cartelle.
Negli ultimi anni, il Legislatore ha tentato di smaltire questo enorme carico con provvedimenti tampone, quali le varie rottamazioni, ma il problema è attuale più che mai.
Per risolvere una volta per tutte questa situazione, nella delega è prevista una semplificazione del procedimento di riscossione che avverrà attraverso:
– il progressivo superamento del ruolo;
– l’accesso a forme semplificate di rateizzazione a 120 rate;
– la maggiore efficacia e rapidità dell’azione di recupero e l’eliminazione di costi legati alle inefficienze organizzative.
Seppure il contenzioso tributario è stato oggetto di una recente riforma, non sarà risparmiato dalla nuova delega.
In particolare, si punta:
– all’abrogazione dell’istituto del reclamo/mediazione;
– all’introduzione di ulteriori meccanismi di deflazione del contenzioso;
– alla revisione del processo telematico.
10. Sanzioni
Per il sistema sanzionatorio la revisione è a 360 gradi.
Per le sanzioni amministrative si va dalla maggiore proporzionalità delle sanzioni rispetto alle condotte contestate alla revisione della disciplina delle recidiva, dei cumuli e delle continuazioni.
In campo penale, saranno riviste le regole per gli omessi versamenti non reiterati.
In generale, poi, ci sarà la revisione dei rapporti tra processo penale e tributario e una maggiore integrazione tra le fattispecie sanzionatorie amministrative e penali.
Non mancano, infine, interventi anche sulle sanzioni in materia di accise e dogane.
Contenuti della delega fiscale ultima modifica: 2023-03-17T06:05:00+01:00 da