Si consolida il ricorso all’utilizzo dei crediti fiscali per saldare il conto delle imposte dovute all’Erario. Un percorso diventato sempre più marcato anche in virtù della crescente offerta di bonus e crediti d’imposta concessi soprattutto nella fase post pandemica per rianimare l’economia dopo la grande depressione causata dalle restrizioni delle attività per evitare la diffusione del contagio. Non conosce soste l’andamento in crescita per l’Iva, le ragioni però vanno ricondotte sia alla natura del tributo che determina per chi effettua acquisti e cessioni la maturazione di posizioni di credito sia alle misure introdotte per ridurre l’evasione su questa imposta. È il caso, soprattutto, del reverse charge e dello split payment. Per quanto riguarda il primo, va ricordato che è il meccanismo che scatta soprattutto in edilizia e quindi la forte espansione nel settore trascinata dalla bonus economy ha contributo anche a far crescere i crediti da utilizzare in compensazione. Lo split payment (o scissione dei pagamenti) è il meccanismo con cui le pubbliche amministrazioni acquirenti di beni e servizi versano direttamente all’Erario l’Iva indicata in fattura dai fornitori, che se maturano un credito lo compensano (strada più diretta) o lo chiedono a rimborso. Più in generale, in un simile scenario diventa sempre più cruciale un sistema di presidio da parte dell’amministrazione finanziaria per prevenire illeciti sulle compensazioni. Occorre ricordare le misure dell’ultima legge di Bilancio: dal 1° luglio si dovrà passare sempre dai canali telematici dell’Agenzia (superando quindi il ricorso al canale degli intermediari finanziari) quando la delega di pagamento contiene crediti in compensazione, quindi non più soltanto (come avviene già ora) nel caso in cui il saldo finale sia di importo pari a zero.
Compensazioni tra debiti fiscali e crediti d’imposta
Compensazioni tra debiti fiscali e crediti d’imposta ultima modifica: 2024-03-20T06:17:00+01:00 da