Stop alle cessioni e agli sconti in fattura del superbonus e di tutti i bonus casa da venerdi 17 febbraio, quando e’ entrato in vigore il Dl 11/2023. Fanno eccezione solo i lavori gia’ avviati o per i quali siano state presentate Cilas e autorizzazioni al Comune entro il giorno precedente l’entrata in vigore del provvedimento (cioe’ giovedi 16 febbraio).
Il mercato delle compravendite di crediti e’ progressivamente imploso: istituti bancari e intermediari finanziari in generale gia’ da tempo non compravano piu’moneta fiscale o, nel migliore dei casi, la compravano con il contagocce.
Resta da capire come i contribuenti dovranno affrontare le nuove regole. Il caso piu’ semplice e’quello di chi non ha ancora avviato i lavori. Tutto si gioca, percio’sulla possibilita’di usare i bonus in dichiarazione dei redditi sotto forma di detrazione. Una soluzione che richiede due requisiti:
- primo, aver abbastanza Irpef per poter assorbire la detrazione (cosa tutt’altro che scontata con il superbonus, anche nella versione ridotta al 90%, che si recupera in sole quattro rate annuali);
- secondo, avere denaro a sufficienza per poter anticipare l’investimento e attendere il recupero sotto forma di rimborso fiscale negli anni successivi (o, in alternativa, avere le spalle abbastanza solide da ottenere un prestito per finanziare la ristrutturazione).
E’ chiaro che molti contribuenti resteranno tagliati fuori, a partire da coloro che applicano il regime forfettario (salva la possibilita’ di revocare l’opzione). Ed e’altrettanto chiaro che nei condominii sara’ molto difficile riuscire a deliberare gli interventi, perche’- in ogni edificio- ci sara’ probabilmente qualcuno che non vuole o non puo’pagare e puo’far mancare il quorum.