Ad oggi le auto aziendali vengono tassate al 30% perche’ si considera imponibile solo la parte relativa all’uso privato e personale del lavoratore (che viene quindi stimato rispetto al 30% del totale dell’utilizzo della vettura). Il restante 70% del valore dell’auto, invece, vien consuderato come relativo all’uso fatto per motivi lavorativi e per questo il lavoratore non deve pagarci tasse.
La manovra economica del Governo introduce una vera e propria stratta sulle auto aziendali in fringe benefit. Dal primo gennaio 2020 lo sconto AL 30% del valore (ai fini fiscali di auto e ciclomotori concessi in uso promiscuo, attualmente in vigore per tutti i dipendenti, scattera’ solo per i veicoli in uso ad agenti e rappresentanti di commercio. Per gli altri dipendenti i mezzi in fringe benefit saranno calcolati per il valore pieno, stabilito, come si fa attualmente, su una percorrenza convenzionale di 15 mila chilometri annui e in base ai costi chilometrici indicati nelle tabelle ACI entro il 30 novembre.
In poche parole, la nuova norma prevede che le auto aziendali pesino per il 100% del loro valore sul reddito di chi non rientra nelle categorie citate, anziche’ il 30%.
Dal punto di vista del dipendente, questa concessione in uso promiscuo costituisce una forma di remunerazione in natura che concorre a formare il suo reddito di lavoro dipendente insieme alla remunerazione monetaria-
Per l’azienda, invece, l’auto concessa in uso promiscuo costituisce un bene relativo all’impresa i cui costi di acquisto e di gestione confluiscono in bilancio d’esercizio secondo le ordinarie regole.
La bozza del Ddl di bilancio non tocca la disciplina dal punto di vista dell’azienda che concede l’auto in uso promiscuo al dipendente (i cui costi continuerebbero pertanto a essere deducibili nella misura del 70%, come avviene ormai dal 2013) e si concentra esclusivamente sul versante della quantificazione in natura per il dipendente che deve essere tassata in capo a quest’ultimo come reddito di lavoro dipendente, unitamente alle remunerazioni monetarie.
Tenendo conto di ciò, a partire dall’anno prossimo, ci sarebbero modifiche all’IRPEF e alle relative addizionali regionali e comunali commisurate a questa componente della remunerazione che vengono trattenute in busta paga al dipendente.
Naturalmente, l’aumento della remunerazione in nauta imponibile esplica effetti anche ai fini contributivi, con conseguente aumento anche degli oneri sociali e previdenziali a carico del lavoratore ed a carico dell’azienda.
Nella tarda serata di ieri, la stretta fiscale sul fringe benefit ai lavoratori dipendenti legato all’uso privato dell’auto aziendale e’stata allentata al 60% anziche’ al 100%, quindi dietrofront parziale del Governo.
L’aumento del reddito in natura imponibile per il dipendente passa dal 30% al 100% degli “importi ACI” solo per le auto in uso promiscuo che determinano emissioni di biossido di carbonio oltre 160 grammi, mentre passa dal 30% al 60% per tutte le altre, slavo quelle a trazione elettrica o ibrida termoelettrica per le quali rimane confermato l’attuale 30% senza quindi aumenti.