Aumento dell’inflazione e cedolare secca

Con l’indice dei prezzi Istat che ad agosto ha segnato il =8,4% su base annua si pone il problema della convenienza a scegliere la cedolare secca e quindi di rinunciare alla richiesta di aggiornamento del canone di locazione nei confronti. del locatario. 

Se il reddito del locatore e’inferiore a 15 mila euro, aggiornare il canone permette di realizzare maggiori introiti fino a 248 euro. Se il reddito va dai 15 mila euro ai 28 mila euro e’probabile che gli convenga restare in cedolare, a meno che non abiti in una zona in cui l’addizionale  comunale e regionale all’Irpef sono molto leggere. 

Se il reddito del proprietario, comprensivo del canone, e’ oltre i 28 mila euro cioe’ paga Irpef al 35% o al 43% e’meglio mantenere la cedolare secca.

Secondo l’Agenzia delle Entrate la cedolare secca puo’essere revocata in ogni annualita’successiva a quella in cui e’stata scelta, entro il termine per il pagamento dell’imposta di registro annuale. Per farlo va mandata una lettera in carta libera all’inquilino e pagata la tassazione ordinaria. La regola vale anche per chi ha scelto la cedolare nel contratto, senza inviare la raccomandata all’inquilino. Naturalmente, non puo’ incrementare il canone chi non si e’ riservato tale facolta’ nel contratto. A voler uscire per ora dalla cedolare secca potrebbero essere coloro che non riescono a cedere i crediti d’imposta sui lavori edilizi e hanno bisogno di una maggiore Irpef su cui scaricare i bonus. 

Aumento dell’inflazione e cedolare secca ultima modifica: 2022-09-07T06:13:00+02:00 da Dott. Gaetano Pappalardo

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